Magda #44 - La nuova newsletter di Centrum Report
Care amiche e cari amici, vi diamo il benvenuto al numero 44 di Magda, la newsletter di Centrum Report, che vi propone aggiornamenti, proposte e consigli culturali da Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria.
In questi ultimi giorni fra Budapest e Varsavia sono accadute almeno un paio di cose importanti da riferirvi. La prima è che il 26 marzo il presidente della Repubblica polacco, Andrzej Duda, ha approvato un disegno di legge sulla sospensione temporanea del diritto di asilo nel Paese. Consente al ministro dell’Interno di emettere un’ordinanza valida 60 giorni per sospendere tale diritto, fatta eccezione per categorie vulnerabili non meglio specificate. Mentre ci leggete, la prima ordinanza di questo tipo è già stata emessa e quindi il diritto d’asilo in Polonia risulta sospeso.
Secondo le organizzazioni in difesa dei diritti umani, la legge viola l’articolo 56 della Costituzione polacca sulla protezione internazionale agli stranieri e non contribuisce a rafforzare la sicurezza del Paese. Il governo sostiene che il provvedimento sia necessario per alleggerire la pressione migratoria al confine con la Bielorussia.
Quanto all’Ungheria, qui il 18 marzo il parlamento ha promulgato la cosiddetta ‘Legge Anti Pride’. Voluta fortemente dal premier Viktor Orbán, è stata contestata duramente dalle opposizioni in aula. Il testo vieta le manifestazioni pubbliche Lgbtq+, come il Pride che dovrebbe (o avrebbe dovuto) svolgersi nelle strade di Budapest il prossimo 28 giugno. Consente inoltre alle forze dell’ordine di adoperare un software di riconoscimento facciale per identificare i partecipanti a simili eventi divenuti illegali.
Tutto questo in nome della ‘protezione dell’infanzia’, per tutelare i minori di 18 anni dalla visione di persone o materiali Lgbtq+. Partecipare a qualsiasi evento che ‘rappresenti o promuova l’omosessualità’ diviene quindi reato e punibile con una sanzione fino a 200mila fiorini (circa 500 Euro).
Di questo e della manifestazione di protesta contro il testo ‘Anti Pride’, che aggiorna la Legge fondamentale (la nuova Costituzione ungherese del 2012), si è occupato il nostro Alessandro Grimaldi ne ‘I Divergenti’, sulle frequenze di Radio Capodistria. Potete ascoltarlo qui (da 31’37’’).
I nostri interventi
Nel frattempo continuiamo a seguire anche altri temi. Durante un’altra puntata de ‘I Divergenti’, ai microfoni di Barbara Costamagna, il nostro Fabio Turco ha parlato della campagna presidenziale in Polonia (ma non solo). Le presidenziali polacche si avvicinano e si terranno il 18 maggio. Il suo intervento si ascolta qui (da 57'20").
Per la Radio Svizzera Italiana, invece, Fabio ha seguito una protesta organizzata dalla destra polacca al confine con la Germania a causa del rimpatrio in Polonia dei migranti arrivati in Germania proprio attraverso la Polonia. Una questione su cui però anche il premier Donald Tusk mantiene una linea dura, avendo minacciato di non applicare più il regolamento della Convenzione di Dublino. Ecco il reportage, trasmesso il 25 marzo sul Radiogiornale delle 12:30 (da 18'38").
Per tutte le altre notizie vi rimandiamo all'ultimo episodio del nostro podcast mensile Václav, giunto alla sua ventesima puntata e che vi racconta in modo chiaro e ragionato quanto è successo a marzo nei quattro Paesi dell’Europa centrale.
Cose belle da condividere
E ora un annuncio a cui teniamo molto.
Da qualche settimana abbiamo cominciato a collaborare Meridiano 13. Per chi ancora non lo conoscesse, si tratta di un progetto divulgativo e giornalistico creato nel 2021 su base volontaria, come il nostro.
Copre l’Europa Centrale, ma anche i Balcani, il Caucaso, lo spazio post-sovietico e l’Asia centrale. Il tutto grazie a una redazione composta da ricercatrici e ricercatori, docenti, traduttrici e traduttori, mediatrici e mediatori linguistici e culturali. Ci seguiamo e apprezziamo a vicenda da tempo e ci è parso naturale avviare alcuni progetti assieme, pur mantenendo ben salde le nostre rispettive identità.
Uno dei primi frutti di questa collaborazione è un longform a quattro mani pubblicato il 22 marzo in occasione della Giornata mondiale dell’acqua. Lo hanno scritto il nostro Fabio Turco e Oscar Luigi Guccione, collaboratore di Meridiano 13 a Varsavia. Lo trovate sul nostro sito e sul loro. Si parla dei due principali fiumi polacchi, la Vistola e l’Oder e dell’impatto del cambiamento climatico su di essi. Uno scenario in evoluzione, fra siccità e alluvioni, disastri, inquinamento e loro prevenzione.
TERZA PAGINA
Tre libri
‘Piove a Mosca’ di Zsuzsa Selyem, traduzione di Andrea Rényi.
Classe ‘67, Zsuzsa Selyem è un’autrice che gode di grande considerazione in Ungheria, apprezzata, fra gli altri, dallo scrittore e commediografo Péter Nádas. In quest’opera breve di un centinaio di pagine, troviamo una serie insolita di narratori appartenenti a flora e fauna. Voci sorprendenti, che vanno a riempire i vuoti temporali e fattuali lasciati dal protagonista della storia, il reticente novantasettenne István, il quale decide di raccontare le proprie memorie alla nipote, l’autrice. Il romanzo mescola con mano sapiente realtà e finzione ed è soffuso da un’ironia inconfondibile. Una vera sorpresa narrativa in quella che è anche la prima opera di Selyem tradotta nella nostra lingua. Pubblicato nel 2016 in patria con il titolo di ‘Moszkvában esik’, il libro arriva ora nelle librerie italiane grazie a Delvecchio Editore.
‘Racconto antico’ di Wisława Szymborska, a cura di Andrea Ceccherelli.
Ogni uscita postuma della grande poetessa polacca merita attenzione e questa raccolta pubblicata per i tipi di Piccola Biblioteca Adelphi non fa eccezione. Queste pagine (con testo a fronte in polacco) della Premio Nobel per la Letteratura 1996 raccolgono alcune delle sue ‘poesie disperse’. Un libricino prezioso e che conferma quella sensibile ‘gioia dello scrivere’ da sempre cifra stilistica e morale di Szymborska.
‘Il secolo breve slovacco’ di Pavel Kosatík, a cura di Francesco Caccamo, traduzione di Andreas Pieralli.
All’inizio del secolo scorso, la Slovacchia ancora non esisteva. Al suo posto, sugli atlanti e nei libri di geografia, si trovava una regione nota come Alta Ungheria. Con il disfacimento dell’impero asburgico e la fine della Prima Guerra Mondiale sorse poi la Cecoslovacchia. Un esperimento di coesistenza fra due popoli che ha subito alcuni scossoni nazionalisti a Bratislava e dintorni durante il secondo conflitto mondiale, per concludersi con il Divorzio di velluto, che nel ‘93 ha donato l’indipendenza agli slovacchi. Di questo intenso Novecento, ossia ‘il secolo breve slovacco’, estendendo la celebre definizione dello storico britannico Eric Hobsbawm, narra lo scrittore ceco Pavel Kosatík in un’opera di saggistica uscita a inizio anno per Golem Edizioni.
Un’intervista
Lo scrittore László Krasznahorkai è uno dei maggiori autori ungheresi contemporanei. Il 27 febbraio è stato ospite di ‘Testo’, una fiera del libro e dell’editoria tenutasi a Firenze. In quell’occasione, Krasznahorkai ha dialogato con il collega italiano Vanni Santoni, grazie all’interprete Dóra Várnai. Quella conversazione è divenuta un’intervista pubblicata ora sul sito culturale Le parole e le cose. Un dialogo fra due autori in cui si parla di letteratura, ma anche di molto altro. Per leggerlo.
Un film: ‘Vlny’ (‘Waves’) di Jirí Mádl.
L’8 marzo al Rudolfinum di Praga, ‘Vlny’ si è aggiudicato sei Leoni cechi 2024, il massimo riconoscimento cinematografico del Paese. Fra di essi, quello di miglior film, miglior regista e migliore sceneggiatura. Uscita alla fine dell’anno scorso, il 19 marzo la pellicola è approdata nei cinema francesi con il titolo ‘Radio Prague, les ondes de la revolte’. Come le locandine d’Oltralpe lasciano intuire, il film ripercorre (in modo talvolta romanzato, ma coinvolgente) i giorni febbrili dell’invasione sovietica dell’allora Cecoslovacchia nel 1968 dalla prospettiva delle trasmissioni di Radio Praga.
Emissioni interrotte dai russi, che occuparono con la forza la sede dell’emittente pubblica cecoslovacca. Dopo un breve silenzio, tuttavia, le voci di Radio Praga ripresero a trasmettere di nascosto, incitando la popolazione alla resistenza contro gli occupanti. Fra i luoghi da cui i redattori trasmisero vi fu la sede di ‘Oggi in Italia’, una radio clandestina creata a Praga dal PCI. Ci siamo occupati di questa vicenda in uno dei nostri primi longform, tuttora il più letto sul nostro sito. In attesa (e nella speranza) che ‘Vlny’ arrivi presto anche nelle sale italiane, eccone il trailer inglese:
Due foto
Quello che vedete è il castello di Rusovce. La residenza neogotica sorge nei pressi di Bratislava, accanto al Danubio, in un punto nel quale sia il confine austriaco che quello ungherese distano poche centinaia di metri. A inizio marzo gli scavi effettuati da archeologi dell’Università di Trnava nel parco di Rusovce hanno portato alla luce 40 metri di un acquedotto romano sotterraneo. Risale al II secolo dopo Cristo, ed è in ottimo stato di conservazione. Lo potete riconoscere al centro dell’immagine: è il solco scuro a forma di bastone da hockey su ghiaccio (sport nazionale slovacco).
Si tratta del primo acquedotto romano mai scoperto in Slovacchia e si suppone che alimentasse un complesso termale, celato forse da un’ala del castello stesso. In base alle iscrizioni trovate sul posto, l’acquedotto è stato realizzato da maestranze di Carnuntum, città romana nell’odierno territorio austriaco, i cui scavi sono oggi visitabili a una trentina di chilometri da Rusovce. Questo acquedotto conferma che anche gli antichi romani non erano insensibili al fascino ristoratore del Danubio.
Per chiudere e darvi appuntamento alla prossima Magda, vi salutiamo con uno scatto quasi metafisico del fotografo polacco Patryk Wikaliński. Mostra il nuovo (e discusso) Museo di Arte Moderna di Varsavia, del quale ci siamo occupati nella precedente edizione di questa newsletter, attorniato da un paio di glorie locali.
Chi siamo, dove siamo
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